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“AMICI”: I TALENT DISTRUGGONO LA MUSICA? RISPONDONO I DIRETTORI ARTISTICI E I GIURATI

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KEVIN SPACEY QUARTO GIUDICE DELLA PRIMA PUNTATA. MORGAN: «MARIA È UNA MECENATE COME LUDOVICO IL MORO LO FU PER LEONARDO». VIRGINIA RAFFAELE TORNA COME PRESENZA FISSA DEL SERALE.

di Ilaria Faraoni

Ormai ci siamo. Sabato 2 aprile, alle 21:10 su Canale 5, parte il Serale di Amici (la recensione della prima puntata QUI).

SQUADRA BIANCA+DIRETTORI ARTISTICI_1096La Squadra bianca, capitanata da Elisa ed Emma e la Squadra blu capitanata da Nek e J-Ax sono ormai formate definitivamente (anche se in tv dobbiamo ancora vedere le ultime scelte della commissione e dei direttori artistici): la band La Rua ed Emanuele si aggiungono agli altri bianchi Elodie, Lele, Gabriele e AlessioCristiano e Michele si uniscono ai blu Chiara, Sergio, Ale e Patrizio.

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La conferenza stampa di presentazione, introdotta dal direttore di Canale 5Giancarlo Scheri, si è aperta subito con dei dati: oltre ad essere il talent più longevo della tv mondiale e a detenere il record nazionale su social media e web tv (Witty TV), Amici di Maria De Filippi vanta anche il 65% di impiego dei ragazzi presso le case discografiche con oltre 6 milioni di dischi venduti e, dato ancora migliore, il 98% di impiego dei ballerini passati dal talent, che lavorano in teatro e con compagnie di danza nazionali e internazionali (dati calcolati sul numero di partecipanti arrivati in semifinale). Molti artisti che oggi lavorano come protagonisti o come ensemble nel mondo del musical (che Central Palc segue particolarmente) in effetti, li abbiamo visti passare da Amici o da quel che era Saranno Famosi.

Giuliano Peparini, che per il terzo anno curerà il programma, ha tenuto a precisare di essere il primo a “reclutare” i talenti già pronti a lavorare (molti li rivedremo tra i professionisti del serale) e ha poi portato ad esempio Virginia Tomarchio che, vincitrice dell’ultima edizione nella categoria danza,  lavora già al Teatro dell’Opera di Roma.

Della collaborazione con Peparini è molto fiera Maria De Filippi: «Voglio ringraziare Giuliano che insieme a me cura questo programma con tanta dedizione; è riuscito a dare ad Amici una levatura diversa, facendo passare con i suoi quadri di danza anche messaggi sociali; spero che questa collaborazione continui sempre». Dal canto suo il regista/coreografo ha già anticipato che riprenderà alcuni dei temi trattati lo scorso anno, affrontandoli con una chiave di lettura diversa.

Della giuria, quest’anno tutta al femminile e composta da Loredana Bertè, Anna Oxa e Sabrina Ferilli, la De Filippi ha voluto specificare: «Mi dà un po’ fastidio parlare di giuria; è soltanto un formalismo necessario al meccanismo del talent; Loredana, Anna e Sabrina non sono sedute dietro ad una scrivania, ma su poltrone che non mettono distanza tra loro ed i ragazzi». Ha poi continuato: «A differenza degli altri talent, i giurati qui non hanno i propri artisti che, vincendo, fanno vincere anche loro; al contrario mettono la loro arte ed esperienza a disposizione di tutti i ragazzi che si esibiscono».

Maria si è detta poi molto felice della nuova entrata della Oxa: «Penso che sia un grande talento ed un’artista a tutto tondo, una grande performer».

MORGAN_06Svelato anche il ruolo di Morgan, da quest’anno già annunciata presenza fissa al serale.

È stata la stessa De Filippi a parlare della sfida lanciatale dall’artista in un’intervista sanremese: da lì una cena voluta da lei per chiarirsi – passata a parlare di musica, di Pasolini e Moravia – ed il successivo invito a far parte del cast. «Gli ho chiesto di portare se stesso, come persona» ha specificato Maria.

Morgan, dopo averla conosciuta, a contrasto con le dichiarazioni passate, pensa ora della De Filippi: «È una donna molto curiosa e attratta dalla musica. Ha fatto in modo che la sua casa fosse una scuola di musica e questo la mette nella posizione di essere una vera mecenate, come Ludovico il Moro».

Non volendo poi replicare l’esperienza di Morgan ad X-Factor, Marco Castoldi (questo il vero nome dell’artista) parteciperà alla trasmissione super partes, per dare opinioni e consigli ai ragazzi senza che il suo giudizio pesi sulla votazione. Qualora i direttori artistici lo richiedessero, però, il parere di Morgan potrà diventare vincolante, tramutandosi in voto. In quel caso, però, Emma, Elisa, Nek e J-Ax dovranno rinunciare al voto di una delle tre giudici ufficiali.

Sono previste poi delle prove artistiche durante le quali, qualora lo vorranno, Morgan, la Bertè, la Oxa e la Ferilli potranno scendere in campo con i ragazzi e rimettersi al giudizio dei colleghi.

Morgan ha voluto poi sottolineare: «Se non fosse per Maria De Filippi la musica in televisione sarebbe ancora considerata come qualcosa che fa abbassare l’audience. Questa è una cantilena che ho sentito troppe volte. Per la maniera nuova di portare la musica in televisione Maria è la più grande». Un altro dei motivi che l’hanno portato ad accettare di entrare nel team di Maria? «Mi piace moltissimo l’idea che questo posto sia considerato un luogo dove si studia».

Quanto al discorso del “post Amici”, Maria De Filippi è tornata in argomento: dei 6 cantanti ammessi al serale, già tre (anche se non lo sanno) hanno ricevuto proposte dalle tre maggiori case discografiche. «È molto facile creare delle meteore» ha ammesso Maria. Quello che secondo lei fa la differenza è il grande lavoro degli artisti che guidano i giovani talenti dedicandosi anima e corpo allo scopo: «I direttori artistici sanno indirizzare i ragazzi, sanno capire cosa sia giusto per ognuno di loro; cosa possano o non possano cantare. L’altro giorno ero a tavola con Elisa che scartava quasi tutte le proposte di brani avanzate per uno dei suoi ragazzi». Ed è stata la stessa De Filippi ad ammettere quanto Amici sia cambiato da questo punto di vista.

A tale proposito noi di Central Palc/Rivista Musical abbiamo voluto domandare, ad un tavolo pieno di grandi nomi della musica italiana che ci mettono la faccia e tante energie, come volessero rispondere all’opinione che serpeggia secondo la quale i talent uccidono la musica, riducendosi a gare di karaoke e obbligando i veri talenti a cambiare mestiere.

EMMA E ELISA_1AC2158La palla è stata passata immediatamente da Maria ad Emma, che deve la propria carriera proprio ad Amici: «Ho smesso di restare male davanti a queste affermazioni quando mi sono guardata intorno ed ho pensato che alla fine un cantante, per essere tale, deve fare della buona musica, vendere dischi e fare concerti, possibilmente con tanti sold out. In questi anni ho dovuto guadagnarmi tutto impegnandomi molto più di tanti altri, perché il pregiudizio c’era, c’è e probabilmente ci sarà sempre. Da una parte tutto ciò mi ha ferito, dall’altra mi ha fatto tirare fuori ancora più carattere: non è una colpa decidere di partecipare ad un talent!». Poi Emma ha spiegato anche: «I talent hanno preso piede nel momento in cui è cambiato il mondo discografico. Prima esisteva la figura del talent scout, che andava nei locali ad ascoltare i nuovi talenti, ora non esiste più. Oggi i presidenti e i rappresentanti delle case discografiche sono nei talent, quindi se un ragazzo vuole cantare davanti a loro va in televisione e magari un giorno i discografici decideranno di fargli un contratto».

Ha poi concluso: «Non credo che il talent sia sinonimo di poca qualità, così come non è detto che la musica radical chic o indie siano sempre sinonimo di qualità. Sono punti di vista. La musica fortunatamente è un bene dell’umanità ed i gusti sono soggettivi».

Anche Morgan ha voluto rispondere alla domanda: «La responsabilità è delle case discografiche che hanno gestito molto male quello che gli è stato dato». Poi, riferendosi ad altre situazioni che, come sottolineato anche dalla De Filippi, non rispecchiano il modo di agire della produzione di Amici, ha affermato: «Un meccanismo contrattuale discografico che lega un ragazzino fin da quando si iscrive al primo provino, è sbagliato. È qualcosa che lega mani e piedi impedendo di gestire autonomamente una carriera».

MARIA DE FILIPPI_Q7T6617E ancora Castoldi ha continuato: «In questi anni ho incontrato tantissimi talenti ma su trentamila persone che in un anno si iscrivono ai provini, alla fine ne viene fuori uno solo, se pure viene fuori. In questo senso il talent uccide la musica. Sono i discografici che immettono i ragazzi sul mercato e che dovrebbero fare un minimo di riflessione, ma a loro fa comodo così, preferiscono tritare il vecchio e fare posto al nuovo, per cui è strano se qualcuno rimane nel tempo come Mengoni o Noemi. Questa è una cosa tremenda».

Il discorso è stato ripreso più avanti anche da Elisa: «Sono tornata qui per cercare di continuare quello che ho iniziato l’anno scorso. È stata un’esperienza molto stimolante e creativa, c’è stato uno scambio prezioso dal punto di vista artistico e umano. Le problematiche da affrontare sono tante; bisogna dare peso alla sostanza. Concordo sul fatto che a volte le case discografiche gestiscano male i ragazzi. Ci sono delle incomprensioni. Si tende a non guardare oltre, a non sperare più in un artista con una visione a lungo raggio. Onestamente penso sia anche un problema di fatica: è molto più semplice puntare al one shot, ad un singolo di grande successo. Questo porta ad una situazione culturale che genera un vuoto». Ha continuato ancora Elisa: «Per me l’elemento che rende speciale qualcosa è l’autenticità, il pericolo è l’artificio. Se c’è verità, vanno bene anche una nota presa male o un arrangiamento con qualche carenza. Se si ascoltano tanti dischi che hanno fatto la storia della musica, si scopre che sono pieni di errori, di cose che non vanno bene: gli esperti li avrebbero fatti fare sicuramente in un’altra maniera. Ma non esiste una formula, bisogna scappare dalle formule e avere il coraggio di sbagliare». «Lasciamo che i ragazzi sbaglino», ha concluso Elisa: «Sono giovani, stanno cercando una verità, smettere di cercarla è il più grande casino che possa succedere».

Maria De Filippi stessa ha ammesso che il programma anche da questo punto di vista è molto cambiato negli ultimi anni: «All’inizio ci appoggiavamo a professionisti esterni che non erano a contatto con ragazzi. Persone come Elisa ed Emma mi hanno insegnato che un arrangiamento, se non conosci il ragazzo per cui lo fai, può essere sbagliato: non è una sorta di modello prestampato come pensavo che fosse. Ormai praticamente sono i direttori artistici gli autori del programma».

NEK E J-AX_1AC0571J-Ax ha poi individuato un’altra differenza tra gli altri talent e Amici: «Alcuni format sono nati all’estero, in situazioni dove il mercato è totalmente diverso e risponde perciò in maniera diversa. Amici invece si è sviluppato in Italia. Per quanto riguarda il talent da cui provengo, la mia frustrazione era che non si riuscisse a far emergere un talento che poi fosse immesso nel mercato discografico. Mancava sicuramente una radio di supporto che altri talent, compreso Amici, hanno». Maria ha confermato: «Il format purtroppo lo subisci, è fatto in un determinato modo e non puoi cambiarlo, è capitato anche a me con Tú sí que vales: hai un interlocutore straniero che viene a controllarti. Quando noi abbiamo venduto C’è posta per te in 28 paesi è stato lo stesso. Amici nasce da una mia idea e quindi sono io che correggo di anno in anno il lavoro che faccio».

Nek ha approfondito l’aspetto umano: «Noi diventiamo come fratelli maggiori; alcuni ragazzi sono abbastanza contorti, insicuri, hanno paura di salire sul palco, perciò siamo anche i loro confidenti, entriamo nella loro psicologia: questo è molto bello. Cerchiamo di aiutarli a trovare determinate emozioni, a contenerle, a gestirle…  è un lavoro molto delicato». Poi ha aggiunto: «Ho accettato per curiosità e per la voglia di mettermi in gioco e sentirmi utile».

Morgan, rivolgendosi a questo punto ai colleghi ha confidato: «Dovete ritenervi molto fortunati di poter lavorare in questo modo, nel posto da dove vengo non era possibile intervenire a livello umano. Una volta spenta la telecamera ognuno a casa sua… e invece è lì che iniziano il vero lavoro musicale e lo scambio umano, le fondamenta per poter costruire un progetto. Nelle prime edizioni avevamo un po’ più di libertà, poi basta. Quello che mi auguro con l’esperienza di Amici è di poter tornare a quella idea libera e creativa».

ANNA OXA- foto 2015Quanto alle giudici, Anna Oxa ha le idee chiare sulla sua presenza nel programma: «Non voglio costruirmi pensieri ancora prima di essere lì. Vorrei che questa mia relazione fosse vergine. Mi piacerebbe raccogliere in diretta, in modo molto spontaneo e autentico, quello che proverò quando i ragazzi si esibiranno. Il canto, il suono, la danza, sono espressioni che rappresentano il vissuto di ognuno. LOREDANA BERTE'-8391Il messaggio più importante da trasferire ai ragazzi è proprio questo: non pensare alla propria immagine, al desiderio di piacere, ai giudizi, ma solo ad esprimersi.
Quando un pittore dipinge una tela non si chiede cosa dirà il suo manager o se piacerà al mondo. Un artista si mette davanti alla tela bianca e vi si fonde per esprimere le sue sensazioni.  Viviamo in un modo dove si pensa in modo limitato, in un mondo dove ci si scanna: facciamo in modo che almeno l’Arte sia una forma d’espressione autentica
».

Loredana Bertè, ancora entusiasta dei The Kolors («Purtroppo quest’anno non ci sono, ci hanno abituati male») e di Virginia, al punto da lamentare l’assenza di ballerine nelle squadre (e ha ragione) ha espresso un desiderio: «Vorrei che da quest’anno i ragazzi fossero cattivi, sfrontati ma anche determinati, che buchino lo schermo dando tutto, arrivando fino all’ultimo spettatore stravaccato sul divano: lo devono spettinare! Però non devono essere arroganti, né pigri o svogliati». Ha rivelato che comunque una ragazza che tiene d’occhio in modo particolare c’è già e noi ipotizziamo si tratti di Elodie, anche perché ha poi espresso una considerazione, molto condivisibile, sull’eccessiva tendenza a cantare in inglese: «L’unica qui che ha avuto successo in inglese è Elisa, che ha spopolato poi quando ha cominciato a cantare in italiano; ma è un caso raro. Questi ragazzi cantano tutti troppo in inglese. L’italiano, i dialetti non vanno perduti, costituiscono il nostro tesoro. C’è grande differenza tra il cantare in inglese e costruire un inedito in italiano: il peso delle parole, la metrica… Se non cantano in italiano qui dove possono farlo?».

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