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REVIEW: SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

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di Ilaria Faraoni – foto di scena Ilenia Mariani

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Brunella Platania e Rosy Messina

Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare – con il suo intreccio su tre livelli che vede protagonisti da una parte il regno delle fate governato da Titania e Oberon, dall’altra il Regno umano governato dal duca di Atene Teseo, da un’altra ancora il mondo degli attori che, seppur appartenente alla realtà umana fa da tramite, per la sua essenza stessa, ai due regni, collocandosi tra realtà e sogno – ha sempre goduto di numerose rappresentazioni e diversi adattamenti, dai più classici, ai più fantasiosi. Questa volta siamo davanti ad una versione in musical, presentata da Professione Spettacolo, Musica In Scena e Accademia Platafisica, che si avvale di successi pop principalmente anni Ottanta: è un primo step di un progetto che, dichiarano gli artefici, continuerà a crescere (la presentazione su Central Palc QUI).

La serata è stata a favore di Associazione genitori e Autismo pro Abaco:

https://www.facebook.com/genitorieautismo.onlus?fref=ts

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Marcello Sindici

La firma del progetto è di Brunella Platania, Marcello Sindici e Maria Laura Platania, uniti in una regia associata per un gruppo eterogeneo di giovani performers: alcuni provengono dalle già citate scuole di formazione Accademia Platafisica e Professione Spettacolo, altri ancora da corsi di perfezionamento e workshop tenuti da quest’ultima realtà, alcuni infine li abbiamo già visti lavorare in altre compagnie e contesti. Molti ragazzi, dunque, sono esordienti ed hanno debuttato su un palco importante come quello della storica Sala Umberto di Roma, dove lo spettacolo è andato in scena in data unica.

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Maria Laura Platania

Cominciamo parlando dell’adattamento, ad opera di Maria Laura Platania. Pur nella particolarità e originalità della proposta, il suo è stato un lavoro profondamente rispettoso dell’originale, sia nel testo, sia nella concezione generale e questo è dunque il primo punto a favore dello spettacolo. Basta con gli stravolgimenti dei classici che troppo spesso siamo abituati a digerire: un applauso quindi a Maria Laura per aver semplicemente snellito qua e là le battute per rendere lo spettacolo più scorrevole in relazione al genere scelto (il musical) e all’ambientazione, senza snaturare il testo o travisare le intenzioni di Shakespeare. 11270303_348836511992862_2145074458442093104_oCon la regia poi, si è voluto evidenziare o aggiungere qua e là qualche tocco di ironia, ottenuto esclusivamente con intonazioni o espressioni sulle battute originali e la scelta non è dispiaciuta affatto.

Interessante l’inserzione, in apertura, di una sorta di prologo, suggestivo, sospeso tra realtà e sogno,  che fa riferimento al Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Stoppard e che dà in certo qual modo la chiave di lettura di tutto il lavoro, anche grazie al primo quadro musicale che ne scaturisce: Dream on, scena chiaverisolta bene registicamente, con una parete a specchio girevole – per presentare l’idea dello sdoppiamento del personaggio forse più emblematico della commedia, Puck che qui diventa demone da un lato e folletto dall’altro. Così spiega la scelta Brunella Platania: «Il tramite tra reale e surreale, tra conscio e subconscio, 11415495_348836865326160_1926140667863597571_otra infanzia e età adulta è sempre doppio, altalenante tra il bene e il male, come Peter Pan, folletto, fanciullo e demone egoista, conscio del proprio potere, ma con i bracciali da schiavo».

Veniamo ora alla parte musicale: non è mai facile lavorare drammaturgicamente con canzoni che non sono state scritte appositamente per raccontare una determinata storia. Il lavoro di ricerca fatto da Brunella Platania, che firma anche la direzione musicale, è stato minuzioso: i testi dei brani scelti ben si sposano alle situazioni rappresentate, da A kind of magic dei Queen (titolo che è divenuto anche il sottotitolo dello spettacolo) a Take on me degli A-HA, da Gold degli Spandau Ballet a Total eclypse of the heart di Steinman.

In alcuni casi, poi, i testi sfiorano le vicende contingenti della rappresentazione, hanno con esse un legame che poi viene superato, con significati che vanno oltre: questo conferisce alla scena in questione un livello di lettura aggiuntivo che si lega comunque all’atmosfera generale della commedia, tutta in bilico tra sogno e realtà, tra mondo umano e mondo di fate e folletti. È il caso, ad esempio, dell’utilizzo di The river of dreams di Billy Joel sull’arrivo nel bosco, regno di Titania e Oberon, del gruppo di attori.

Efficaci i movimenti coreografici di Marcello Sindici, fusi con i momenti narrativi senza costituire stacchi.

11416331_348837055326141_1690857726139847004_oL’impianto scenico di Fabrizio Del Prete è semplice ma con idee originali. La grande luna che troneggia e veglia su tutta la scena, la struttura a gradoni rivestita da cuscini bianchi che richiamano il sogno, i fiori appuntati su di essi. In futuro, se non si dispone di meccanismi che facilitino il movimento di alcuni elementi che formano ora una scala unica, ora due scalette separate, sarebbe preferibile lasciare le strutture fisse a favore della fluidità dello svolgimento dello spettacolo.

I costumi di Andrea Spedicato, che in scena interpreta Bottom, ribattezzato qui Chiappa, sono efficaci per il recupero dello stile anni ’80, da quello più rockettaro per gli ateniesi a quello fantasy per il regno delle fate. Giustissima l’idea di vestire in modo totalmente 11405559_348836831992830_7574172126973827461_odiverso la compagnia di attori, malgrado siano contemporanei di Teseo e delle 2 coppie di innamorati: gli abiti in questione si possono infatti collocare tra fine Ottocento e primi Novecento. Gli attori rappresentano, come si è detto all’inizio, un tramite: sono dentro e al tempo stesso fuori dalle vicende dei due mondi comunicanti, ed in qualche modo li uniscono. Non fa questo il Teatro, del resto? Unire realtà e fantasia, immaginazione o verità più vera, a volte, di quella che crediamo di “vedere” nel quotidiano, attraverso delle “porte”, che altro non sono che gli attori stessi?

Tornando allo spettacolo, ricercato, d’effetto e molto fantasioso è stato il lavoro di make up di Jenny Tomasello.

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Andrea Paris

Molto apprezzate alcune trovate sceniche: l’ombrello di Titania, costituito dalla sola struttura metallica illuminata da lucine colorate e arricchito da fiori; gli effetti utilizzati per lo scontro tra Titania e Oberon, compresi gli schiaffi a distanza; infine il corteo della regina delle fate con il volo delle farfalle ottenuto con una canna da pesca sormontata da un coperchio di plastica traforata dal quale scendevano i fili ondeggianti ed ancora un ulteriore turbinio ottenuto con l’uso di ventagli. Si ricorda a tal proposito che per alcuni effetti (eclatante quello del succo/filtro d’amore, ben padroneggiato dai ragazzi in scena) ci si è avvalsi della consulenza magica del bravissimo Andrea Paris, fra l’altro vicepresidente della Confraternita Umbra Prestigiatori, la cui incredibile abilità è stata personalmente sperimentata e applaudita.

Veniamo al cast, capitanato da un ospite d’eccezione, Mino Caprio, il quale ha dato vita al Willy (che altri non era che Shakespeare) dell’introduzione, creando un’atmosfera sospesa con la maestria con cui l’attore e doppiatore fa uso delle espressioni e della voce.11392962_348836998659480_6278815894173514299_o

Il cast, come precisato all’inizio, è abbastanza eterogeneo, per formazione nelle varie discipline ed esperienze già maturate, non si scenderà quindi nel dettaglio: è più giusto un applauso generale perché tutti erano calati bene nei ruoli e tutti sono stati ben preparati e si sono comportati da veri professionisti.

Ecco i nomi della formazione:

Puck Demone: Stefano Sbrignadello; Puck Folletto: Melania Di Giorgio; Oberon: Stefano Colli; Titania: Federica Graziani; Ermia: Alessia Talia Grasso; Lisandro: Pierluigi Sorteni; Elena: Giada Roghi; Demetrio: Cristian Strambolini; Teseo: Federico Scapigliati; Ippolita: Antonella Alberti; Filostrata: Valentina Simonetto; Egeo: Gino Matrunola (assistente alla regia); Pietro Zeppa: Gianluca D’Acchioli; Nico Chiappa: Andrea Spedicato; Incastro: Alessio Tonetto; Cecco Zufolo: Dimitri Guglielmi; Maso Beccuccio: Cesare Pizzuto; Berta Agonia: Jessica Libralesso.

Fate: Sara D’Agnella, Letizia Picca, Valeria Borseliini, Roberta Caldarini.

I Cortigiani: Loredana Torresi, Roberto Lipari.

Si ricorda infine la direzione cori di Rosy Messina. Assistente di scena: Pietro Giannelli – Assistente costumista: Eleonora Notaro.

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