di Ilaria Faraoni
Dopo vent’anni dal primo allestimento a sua firma, Massimo Romeo Piparo riporta in scena Evita, il musical di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice sulla controversa figura di Eva Perón.
Per la presentazione alla stampa non poteva esserci sede migliore della Casa Argentina, nell’ambito dell’Ambasciata Argentina a Roma, dove Irma Rizzuti, addetto culturale argentino, ha accolto calorosamente artisti e stampa, portando i saluti dell’Ambasciatore.
Come comunicato, «Evita debutterà il 9 novembre al Teatro della Luna di Milano (dopo alcune anteprime il 4, 5 e 6 al Teatro Team di Bari); il tour proseguirà a Genova (Politeama Genovese dal 29 novembre), a Firenze (Teatro Verdi dal 6 dicembre) fino ad approdare a Roma, sul palco del Teatro Sistina, dove lo spettacolo sarà in scena per tutto il periodo delle Festività, a partire dal 14 dicembre (fino al 15 gennaio). Il tour italiano si chiuderà al Politeama Rossetti di Trieste (dal 18 gennaio)».
Per la prima volta presentato da Piparo in italiano (la sua prima versione era in inglese), lo spettacolo non ha avuto vincoli ferrei: già forte del lavoro fatto con Jesus Christ Superstar, l’unico obbligo di Massimo Piparo è stato quello di inviare, per l’approvazione, tutte le liriche a Tim Rice, che considera ormai un amico e che ha assistito anche a JCS.
«Evita torna nella mia maturità. Ho capito che la differenza rispetto a vent’anni fa è la rete. All’epoca andai a Buenos Aires a girare filmati e feci uno spettacolo pieno di proiezioni, molto documentaristico. Oggi una cosa del genere può farla chiunque, da casa, grazie ad internet, quindi ho dovuto aggiustare il tiro» ha spiegato Piparo.
Altra differenza sostanziale è dunque la scelta di adattare l’opera in lingua italiana: «Questa storia oggi va capita, parola per parola; ci sono temi molto importanti e attuali che dovevano essere colti senza dover andare a leggere le traduzioni: Evita ha cambiato il modo di fare politica delle donne e la presenza stessa della donna all’interno del potere. Proprio oggi, mentre ne parliamo, siamo forse alla vigilia di un evento storico che vedrebbe una donna salire sulla poltrona più importante del mondo».
Che Malika Ayane abbia accettato il ruolo della protagonista è stato il fattore che ha convinto Piparo ad allestire lo spettacolo in Italia: «Questa nuova produzione nasce per l’estero, in lingua inglese; non volevo fare Evita in Italia a meno che non avessi potuto farlo con chi dicevo io».
Ha poi continuato il regista: «Evita è un’opera rock interamente cantata, anche per questo ho scelto di affidare il ruolo ad una cantante. Ho puntato su un’artista che ho sempre ritenuto avere forte personalità e grande carattere. Malika ha una voce unica e inconfondibile ed oggi non è poco. E poi finalmente è un’artista che viene alle prove con lo spartito in mano, perché legge la musica».
La Ayane, alla sua prima volta in un musical, ha già nel suo bagaglio il canto lirico: «Nasco alla Scala, ho studiato lì, quindi sono cresciuta a teatro, nell’opera. Una formazione del genere è stata fondamentale per affrontare l’esperienza di Evita. Cantavo da soprano drammatico, ma non volevo fare la cantante lirica. Ai miei tempi gli istituti musicali riconosciuti e seri non erano molto diffusi e c’era solo il Conservatorio per chi volesse ottenere una certificazione. Il canto che si studiava al Conservatorio si basava esclusivamente su un repertorio classico: anche Gershwin veniva affrontato con un atteggiamento accademico».
Sullo spettacolo ha poi detto: «Trovo che il film con Madonna sia un’opera cinematograficamente molto importante, però penso che sia limitante pensare esclusivamente a quello, perché Evita è una delle opere musicali più complesse che abbia mai ascoltato, tanto che ho dovuto rimettermi a studiare per affrontare i picchi che la parte richiede, perché con gli anni il mio timbro e la mia estensione sono cambiati. Dal punto di vista musicale ci sono tantissime versioni teatrali che fanno impallidire anche la più provetta delle cantanti. La versione che Massimo mi ha suggerito è quella con Elena Roger e Ricky Martin. Ascoltandola si capisce quanto ogni armonia sia pensata, quanto ogni leit motiv sia motivato».
Poi una considerazione sull’importanza di opere del genere: «Sono moto contenta di poter partecipare ad uno spettacolo che in qualche modo porta la complessità musicale su un piano semplice e di massa, un po’ come ha fatto Jesus Christ Superstar».
Sulla figura di Evita la Ayane si è espressa entusiasticamente: «È stata una donna pazzesca. Mi rendo conto che un personaggio realmente esistito porti su di sé una complessità ed una quantità di sfaccettature che non possono ridursi al “buono e cattivo”, ma è innegabile che sia stata una pioniera, che abbia reso possibili cose che prima erano impensabili. Credo che sia un modello assolutamente edificante».
Quanto alle difficoltà di portare in scena un simile personaggio l’artista ha considerato: «Sono una donna forte e credo che non servano grandi drammi per sviluppare un forte senso di giustizia o per avere determinazione. È molto facile per me interpretare una donna che partendo dalla campagna diventa la donna più potente dell’Argentina; fosse stata una donna meno ambiziosa forse sarebbe stato un po’ più complicato. Faccio la cantante, sono una donna italica e credo che la passione sia un elemento dominante del mio carattere e di quello delle donne della nostra zona».
E ancora, sulla sua nuova esperienza attoriale Malika ha precisato: «Non farei una separazione così netta tra interpretazione musicale e teatrale, anche se una difficoltà esiste perché in teatro non interpreto me stessa, ma ogni canzone ha una sua storia dove esprimere dei sentimenti e questo aiuta ad immedesimarsi velocemente». Ha continuato poi l’artista: «Ogni giorno, durante le prove, imparo tantissime cose, provando quell’emozione quasi infantile nell’affrontare una novità, con tutto l’entusiasmo ed anche con quell’ansia da prestazione che mi riporta agli anni della scuola, agli esami di maturità. Ma è un’ansia sana. La più grande lezione di questa esperienza è che bisogna sempre mettersi in discussione e darsi la possibilità di fare qualcosa che non si sarebbe mai immaginato. Sono quasi coetanea di tutto il cast ma i ragazzi fanno questo lavoro da tantissimo tempo e sono disponibilissimi a darmi una mano».
La parola poi al regista: «Ho letto libri affascinantissimi su Evita ed anche sulla vicenda della salma. La letteratura sulla sua figura è molto controversa: ci sono dei libri che sono rose e fiori, altri che sono spine e piombo», ha spiegato. «Gli autori hanno ripercorso l’esperienza felice di Jesus Christ Superstar, dove Gesù è raccontato attraverso gli occhi di Giuda; è il cattivo che mette in luce le ombre del personaggio principale. In Evita c’è un narratore, il Che, che a mo’ di coro greco conduce il pubblico per mano e commenta. Ovviamente il rimando a Che Guevara è voluto anche se i due personaggi non si sono mai conosciuti realemente e quando Guevara diventò un rivoluzionario l’astro di Evita stava già per spegnersi». Non prendendo una posizione sulle due facce di Evita, lo spettacolo lascia fino in fondo, secondo Piparo, un’ambivalenza del personaggio che drammaturgicamente funziona molto.
Proprio per la durezza con cui si affronta la figura di Eva Perón la Ayane ha confidato: «Per gli insulti che prendo continuamente in scena, se fossi particolarmente sensibile al’immedesimazione, penso che tornerei a casa piangendo ogni sera, dopo le prove».
Piparo ha poi volto focalizzare l’attenzione su un concetto molto importante: «È un equivoco molto italiano quello di pensare che il musical sia una cosa leggera; c’è sempre una frattura tra il melodramma/opera ed il melodramma/musical, come se fossero due mondi totalmente lontani: fuori non è così, per fortuna, ma penso che stiamo facendo grandi passi in avanti».
Per quanto riguarda la veste musicale, di cui si occupa il maestro Emanuele Friello, la scelta è stata quella di sottolineare maggiormente la parte rock, pur avendo l’opera un impianto sinfonico. La musica sarà suonata dal vivo dall’orchestra diretta dallo stesso Friello.
La canzone You must love me, vincitrice del premio Oscar, scritta appositamente per la versione cinematografica, ci sarà: «Il brano – ha spiegato Piparo – fu scritto perché altrimenti la pellicola non avrebbe potuto concorrere al premio, contenendo tutte musiche già edite, ma è diventata la canzone che insieme a Don’t cry for me Argentina rappresenta, per il 90% del pubblico italiano, Evita. Dal 2006 l’hanno inserita in teatro anche all’estero, anche se Webber è sempre stato restio ad accettarla, quasi a voler dire che l’opera era bella così com’era prima. Ma ormai il pubblico se l’aspettava».
Per Musical! e Central Palc siamo riusciti a chiedere a Malika: «Che rapporto hai con il mondo del musical? Eri già un’appassionata, lo seguivi o questo è stato un primo incontro? Pensi di continuare, dopo Evita, la strada teatrale?»
Malika ha risposto: «Sono una fanatica di Liza Minnelli e questo in parte già risponde alla domanda.
Ogni volta che faccio un concerto immagino che ad un certo punto venga su il fondale, esca una marea di gente e tutto si animi come in un musical. Mi piace tantissimo come poi, in un certo periodo storico, il cinema si sia focalizzato sulla commedia musicale: credo che abbia migliorato la vita di molta gente.
Penso poi che il musical sia stato il vero ponte tra la scrittura classica ed un certo tipo di musica contemporanea; è riuscito, secondo me, a dare nobiltà a tanti aspetti diversi della musica e dello spettacolo, mantenendo una tradizione ma innovandola al tempo stesso».
Su una prosecuzione dell’attività della Ayne in teatro ha risposto più avanti Piparo stesso, senza assensi, dinieghi o commenti della diretta interessata: «Penso che a Malika non lasceranno fare il teatro, ma credo che il musical italiano tra qualche giorno saprà di aver acquistato una nuova interprete. Non so lei quanto vorrà, nel suo percorso, incastonarne altri, noi ci facciamo bastare questo».COMUNICATO STAMPA
“Casa Argentina”, Roma 25 ottobre 2016
Malika Ayane entra nel mito e incontra Evita Perón nel Musical più atteso dell’anno: la cantante milanese sarà la protagonista di Evita, il nuovo grande spettacolo firmato da Massimo Romeo Piparo, che presenta per la prima volta in italiano, il celebre musical scritto da Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, liberamente ispirato alla vita dell’indimenticabile moglie del presidente argentino Juan Domingo Perón. Una produzione targata PeepArrow Entertainment (con “Jesus Christ Superstar” ha vinto il prestigioso MusicalWorld Award, aggiudicandosi il titolo di migliore Produzione internazionale dei Paesi Bassi nel 2016), presentata sui palcoscenici italiani a vent’anni dalla fortunata edizione cinematografica di Alan Parker: il film del 1996, interpretato da Madonna nel ruolo principale, Antonio Banderas e Jonathan Pryce in quelli del Che e di Perón, ottenne tantissimi premi, tra cui l’Oscar e il Golden Globe per la migliore canzone (You Must Love Me) nel 1997, e numerose nomination.
In questa vera e propria “opera rock”, tra le più famose e amate della storia del Musical, Piparo ha curato ogni dettaglio, dalla regia all’adattamento in italiano, traducendo gli splendidi testi di tutte le 27 canzoni scritte da Tim Rice, tra cui l’indimenticabile Don’t Cry for me Argentina: “Da ora in poi in Argentina” e l’Oscar You Must Love Me: “Stai qui, sii mio”.
Il debutto di Evita arriverà il 9 novembre al Teatro della Luna di Milano (dopo alcune anteprime il 4, 5 e 6 al Teatro Team di Bari); il tour proseguirà a Genova (Politeama Genovese dal 29 novembre), a Firenze (Teatro Verdi dal 6 dicembre) fino ad approdare a Roma, sul palco del Teatro Sistina, dove lo spettacolo sarà in scena per tutto il periodo delle Festività, a partire dal 14 dicembre (fino al 15 gennaio). Il tour italiano si chiuderà al Politeama Rossetti di Trieste (dal 18 gennaio).
Per il pubblico lo spettacolo rappresenta l’opportunità di scoprire le tappe fondamentali della vita della grande eroina, e al tempo stesso la possibilità di vivere insieme ai protagonisti le emozioni dei 27 brani che compongono quest’opera musicale, tutti eseguiti dal vivo sul palco dalla grande orchestra diretta dal maestro Emanuele Friello.
Ogni sera, grazie alle fantastiche scene di Teresa Caruso, al grande lavoro sui costumi svolto da Cecilia Betona, alle bellissime coreografie di Roberto Croce e all’incredibile talento di un grande cast composto da oltre 40 artisti tra attori e orchestrali, il pubblico vivrà la magia di poter tornare indietro nel ‘900, direttamente negli anni in cui Evita fece conoscere al mondo la sua eccezionale e controversa personalità.
In questa emozionante avventura umana e professionale, grandissimo sarà l’impegno per Malika Ayane e per i suoi compagni di viaggio (nel cast anche Filippo Strocchi nel ruolo del Che, Enrico Bernardi e Tiziano Edini in quelli di Juan Perón e Augustìn Magaldi), che si troveranno faccia a faccia con il racconto di una grande storia in uno spettacolo davvero imponente.
Molto amata dal pubblico per la classe e le suggestioni della sua voce, Malika Ayane metterà il suo poliedrico talento al servizio di un personaggio complesso e affascinante, dalle mille sfaccettature, in un Musical sofisticato e curatissimo, che fa dell’intensità e delle emozioni forti le sue carte vincenti. Le luci e le ombre di una figura entrata nell’immaginario collettivo popolare come Evita, eroina emblema di tenacia, carisma e determinazione, saranno dunque restituite al pubblico in uno spettacolo di grande impatto.
EVITA PERÓN
María Eva Duarte de Perón è stata un’attrice, politica, sindacalista e filantropa argentina, seconda moglie del Presidente Juan Domingo Perón e First Lady dell’Argentina dal 1946 fino alla morte nel 1952, avvenuta per un tumore, a soli 33 anni. È di solito indicata come Eva Perón, o con l’affettuoso diminutivo in lingua spagnola Evita. Di umili origini, nacque nel villaggio di Los Toldos, presso Junín, situato circa 280 chilometri a sud-ovest di Buenos Aires, nell’Argentina rurale, il 7 maggio 1919, ultima di cinque figli. Nel 1934, all’età di 15 anni, andò a Buenos Aires, capitale della nazione, dove perseguì una carriera da attrice di palcoscenico, radio e cinema. Eva conobbe l’allora Colonnello Juan Perón il 22 gennaio 1944, a Buenos Aires durante un evento di beneficenza al Luna Park Stadium a favore delle vittime del terremoto di San Juan. I due si sposarono l’anno successivo. Nel 1946, Juan Perón fu eletto Presidente dell’Argentina, proponendo una politica sociale e nazionalista, il peronismo, a cui Eva contribuì. Nel corso dei successivi sei anni, Eva Perón divenne potente all’interno dei sindacati pro-peronisti, perorando la causa dei diritti dei lavoratori e dei più poveri. La sua figura, tuttora oggetto di venerazione popolare in Argentina, è stata anche al centro di numerose celebrazioni postume, come il film con Madonna, tratto dall’omonimo musical di Webber e Rice.
-NOTE DI REGIA-
“La (E)vita come un film”
“Se fosse un film, la vita di Eva Duarte “di” Peron (proprio con il “di”, nel senso di proprietà, come in uso nell’Argentina di quegli anni) sarebbe una perfetta sceneggiatura.
Comunque la si pensi al termine della rappresentazione, Evita lascia il segno. Lo lascia in chi legge la sua storia, ascolta questa musica, rivive quel periodo storico.
Ebbi il piacere già nel 1996 di confrontarmi con questo mito e a distanza di vent’anni mi sono subito chiesto cosa potesse essere cambiato nel modo di raccontarlo.
La risposta è stata delle più immediate, forse banale, ma tremendamente vera: Youtube.
Sì proprio Youtube, Google, Wikipedia…la sterminata forza della rete, non esisteva nel 1996. Ero io a dover raccontare una storia poco nota in Italia e l’idea di proiettare in scena immagini recuperate sulle bancarelle di Buenos Aires, rendeva il mio spettacolo innovativo, formativo, narrativo.
Oggi quel modello mi si è sgretolato davanti: chiunque abbia un po’ di curiosità oggi, basta che digiti il nome Evita sul proprio computer e trova tutto ciò che vuole. E se da un lato ciò agevola la missione del racconto, dall’altro sottrae magia alla messinscena di quella che rimane un’Opera calata nella Storia.
Questo nuovo allestimento a distanza di vent’anni, ha come pilastro la scelta della lingua italiana per i testi. La struttura operistica e cioè interamente cantata e senza spazi di prosa, fa sì che nelle canzoni si racchiuda tutta la magia e la poesia del racconto. Usare una lingua immediatamente e totalmente comprensibile ha permesso di andare più a fondo nella psicologia dei personaggi e rende prontamente leggibile la differenza tra Storia e Fantasia, in un continuo gioco di contrasti, tra luce e buio, bianco e nero, giusto e sbagliato, possibile e impossibile.
Tutto esaltato e illuminato dalla straordinaria forza interpretativa di Malika Ayane, al suo primo Musical teatrale ma già così potente e sicura. Il suo approccio da musicista al personaggio ha permesso di lavorare su ogni respiro, ogni semicroma, ogni pausa del pentagramma magistralmente concepito da Sir Webber. Quando ho pensato a lei per il ruolo di Evita ho pensato che ci volesse assolutamente una voce che ad occhi chiusi fosse riconoscibile e piena di carattere e personalità. Malika ha rilanciato con una potenza vocale e una precisione nell’intonazione da rendere davvero unica questa versione.
La dirompente attualità di Evita sta poi facendo il resto: alla vigilia della prima volta–parrebbe- di una donna alla guida del mondo, la scalata sociale e politica della giovane “figlia di nessuno” partita dalle campagne di Junin alla volta di Baires, acquista un significato ancora più sorprendente.
Le atmosfere rosso porpora del tango – nella sua accezione originale- sono la perfetta cornice per un’esperienza unica e irripetibile che rende Evita la Regina dei Musical moderni”.
Massimo Romeo Piparo
MALIKA AYANE
È
EVITA
Di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice
adattamento italiano Massimo Romeo Piparo
con
FILIPPO STROCCHI
nel ruolo di Che
ENRICO BERNARDI
Juan Peron
TIZIANO EDINI
Augustìn Magaldi
e con
(in ordine alfabetico)
DONATO ALTOMARE | GEA ANDREOTTI | PAOLO AVANZINI | ANDREA BRATTA |
GERMANA CIFANI | ALESSIA CUTIGNI | NICO COLUCCI | DAVIDE DAL SENO |
DONATELLA DE FELICE | CARLO ALBERTO GIOJA | LORENZO GITTO | LINDA GORINI |
BENEDETTA IMPERATORE | GIUSEPPE INGA | CLAUDIA MANGINI | RACHELE PACIFICI |
LUCA PARADISO | JACOPO PELLICCIA | FABRIZIA SCACCIA | MAURIZIO SEMERARO |
FRANCESCO VENEZIA | SEBASTIANO VINCI | ||
ORCHESTRA DAL VIVO
Diretta dal M° EMANUELE FRIELLO
FABRIZIO SICILIANO (TASTIERA 1) – CRISTIAN FORTUCCI (TASTIERA 2) – MARCO IOANNILLI (TASTIERA 3)
STEFANO MARAZZI (BATTERIA) – PINO SARACINI (BASSO) – IVAN RICCHIUTO (CHITARRA)
ANTONIO PADOVANO (TROMBA) – PALMIRO DEL BROCCO (TROMBONE) – GIUSEPPE RUSSO (SAX/CLARINETTO)
MONICA CANFORA (VIOLINO 1) – ANTONELLA FRANCESCHINI (VIOLINO 2) – ROBERTA PALMIGIANI (VIOLA)
FRANCESCO MARQUEZ (CELLO)
Scene TERESA CARUSO
Costumi CECILIA BETONA
Luci UMILE VAINIERI
Suono ALFONSO BARBIERO
Coreografie ROBERTO CROCE
Direzione Musicale EMANUELE FRIELLO
Regia MASSIMO ROMEO PIPARO
Produzione esecutiva FRANCESCA PIPARO
Cast MASSIMO ROMEO PIPARO
Regista collaboratore LUCA ALCINI
Coordinamento ed organizzazione generale MANOLA DE VITA
Distribuzione e Assistente di produzione VALENTINA MAURO
Adattamento Liriche MASSIMO ROMEO PIPARO
Orchestrazioni aggiunte e Programmazioni audio EMANUELE FRIELLO
Ufficio Stampa FEDERICA FRESA
Assistente alla regia e capo balletto RACHELE PACIFICI
Assistente coreografo CLAUDIA SCIMONELLI
Figurazioni Tango DANIELA AYALA
Illusionismo ELEONORA DI COCCO