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REVIEW – MICHELE LA GINESTRA IN “È COSA BUONA E GIUSTA” AL SISTINA

L’importanza di bellezza e umorismo: parola di due Papi.

di Ilaria Faraoni

Continua la collaborazione tra Massimo Romeo Piparo, direttore artistico del Teatro Sistina e Michele La Ginestra direttore artistico del Teatro 7 di Roma: nel suo nuovo divertente spettacolo, infatti, È cosa buona e giusta, l’attore romano è in scena nel tempio della commedia musicale con i ragazzi dell’Accademia il Sistina di Massimo Piparo e si avvale del team creativo legato al teatro ospitante e/o all’Accademia: la regia è infatti di Andrea Palotto, le coreografie sono di Roberto Croce, la direzione musicale è di Emanuele Friello (che regala anche un inedito), le scene sono di Teresa Caruso, le luci di Umile Vainieri. I costumi sono firmati da Mary Mataloni.

Accanto ai ragazzi e a Michele ritroviamo poi Andrea Perrozzi (presente anche nell’altro progetto di Michele La Ginestra proposto al Sistina, M’accompagno da me – leggere QUI la nostra recensione) e ancora Alessandro La Ginestra (l’aspirante meccanico), Alessandro Buccarella (l’ex bullo), Andrea Palma (il secchione) e Ilaria Nestovito.

Il testo è scritto dallo stesso La Ginestra con Adriano Bennicelli vincitore, fra l’altro, nella sua quindicennale attività, del premio Diego Fabbri per la scrittura teatrale e omonimo del “Conte Tacchia”, quello vero, cui si ispirò poi il personaggio reso celebre da Montesano.

Lo spettacolo è un mix tra commedia musicale e one man show: all’interno della cornice di una trama basilare che si alterna tra presente e flashback, si innestano infatti alcuni monologhi dell’attore.

In una parrocchia di periferia, il parroco (Perrozzi), alle prese con le prove del coro e una partita di calcetto, chiama Michele La Ginestra, suo amico ed ex compagno di oratorio, proprio di quell’oratorio, perché parli con i ragazzi e li aiuti a capire meglio non solo il mondo dello spettacolo, ma anche un po’ la vita, grazie ai ricordi dell’attore, nel cui passato tanta parte ha avuto la strada, quella strada dove si giocava a pallone e c’erano rapporti più veri e reali e non ci si trovava davanti a tanti automi omologati dallo stesso abbigliamento, con le teste chinate su computer e smartphone, pronti a comunicare con il mondo ma non con l’amico accanto, in carne ed ossa. “Quante cose ci insegna la strada, quanta vita si impara sui marciapiedi”, viene ribadito.

Lo spettacolo prende il via un po’ lentamente, tanto che si potrebbe asciugare la parte iniziale, dove Michele interpreta Don Gino o Dino (dipende dalla dizione del prete, che confonde tutte le consonanti) che istruisce il piccolo se stesso; poi va in crescendo e pone l’attenzione su alcuni punti focali:

  • Il sorriso come chiave della vita: “Sorridere sempre/Ostinatamente/L’ottimismo serve/È quella spinta in più/Se il volto si accende/è un fatto importante” così recitano alcuni versi di un brano di Renato Zero cantato nello spettacolo. E dagli ombrelli che diventano smilies si finisce con il commovente monologo incentrato sul sorriso che ha come protagonista il padre di Michele: una tirata intensa e poetica che ha fatto tirar fuori in sala più di un fazzoletto. «Colui che sorride diventa un uomo libero». ricorda ancora Michele La Ginestra. Niente di più attuale, se si pensa ad uno dei punti focali tirati in ballo proprio ieri (10 maggio) da Papa Francesco nel suo incontro con il Movimento dei Focolari: «Chiedete la grazia dell’umorismo. L’umorismo è l’atteggiamento umano che più si avvicina alla grazia di Dio».
  • La strada come maestra di vita, come si è già accennato, tanto che il bidello Vito di Bitonto diventa il vero insegnante in una società in cui troppo spesso si bada più al nozionismo che alla cultura, più alle teorie che all’osservazione del mondo che ci circonda, primo gradino della conoscenza.
  • La curiosità: «Siate curiosi, carpe diem», così vengono incitati i ragazzi da Michele in una citazione de L’Attimo Fuggente che a sua volta citava Orazio e Whitman e che si conclude con il «O Capitano, mio Capitano!» d’obbligo.
  • L’importanza dei cinque sensi a fronte di una esistenza ormai vissuta solo attraverso le foto da postare sui social per seguire la logica dell’apparire: «Per fermare l’attimo, l’attimo ve lo siete perso», ammonisce Michele.
  • Il gioco: «C’è parola più bella di questa? L’abbiamo fatto diventare un vizio!» si sfoga l’attore.
  • La bellezza: «Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione». Cita Papa Paolo VI, Michele, per raccomandarsi poi ai ragazzi e al pubblico: «Siete chiamati ad essere custodi della bellezza!» E proprio sulla bellezza è il brano conclusivo, corale, dello show, composto ad hoc da Emanuele Friello.

Insomma: lo spettacolo è una bella satira sulla società che tocca sì il mondo dei ragazzi in primis (qualche volta cedendo ad insegnamenti un po’ didascalici, che però non risultano fastidiosi), ma che si allarga poi a tutti, tra citazioni di Chaplin, Eduardo e canzoni che spaziano da Baciami Piccina del Quartetto Cetra a How Deep Is Your Love (Bee Gees), da Penso Positivo (Jovanotti) a Via (Baglioni) e a I commedianti (Renato Zero), con la ricorrente Vanità di Vanità di Branduardi, il brano che il Parroco/Perrozzi sta provando con il coro e che realmente viene cantata negli oratori.

La regia di Palotto scorre agevolmente con una impostazione che va a prendere qualcosa anche dal linguaggio cinematografico (vedasi, per esempio, la costruzione della scena con il brano La leva calcistica del ’68 di De Gregori).

Michele La Ginestra dà ancora una volta prova di ottima comicità che va a braccetto con la riflessione e di profondità anche nelle parti più serie dello spettacolo, che in generale lascia una impressione di poeticità, oltre al sorriso.

Ottimi anche gli altri interpreti, dal navigato Perrozzi, ai tre giovanissimi Alessandro La Ginestra Alessandro Buccarella e Andrea Palma che tengono il palco molto bene, per terminare con Ilaria Nestovito che abbiamo già apprezzato in altre occasioni.

Portano a casa una bellissima prestazione anche tutti i ragazzi dell’Accademia Il Sistina, sicuri su un palco che fa tremare solitamente anche gli attori consumati.

Lo spettacolo è in scena fino al 20 maggio.

Segue comunicato stampa:

Il Sistina

presenta

MICHELE LA GINESTRA

in

È COSA BUONA E GIUSTA

scritto da Michele La Ginestra e Adriano Bennicelli

con la partecipazione di

Andrea Perrozzi

e con

Ilaria Nestovito, Alessandro La Ginestra, Andrea Palma, Alessandro Buccarella e i giovanissimi allievi dell’Accademia Il Sistina

Regia di Andrea Palotto

In scena da venerdì 4 a domenica 20 maggio

 

COMUNICATO STAMPA

Michele La Ginestra torna al Teatro Sistina con il nuovo spettacolo “È Cosa Buona e Giusta”, in scena da venerdì 4 a domenica 20 maggio.

Dopo il grande successo di “M’accompagno da me” La Ginestra è il protagonista di questa nuova commedia scritta insieme ad Adriano Bennicelli, per la regia di Andrea Palotto, con la partecipazione di Andrea Perrozzi e con Ilaria Nestovito, Alessandro La Ginestra, Andrea Palma, Alessandro Buccarella e 27 giovanissimi performers, allievi dell’Accademia Il Sistina.

Michele (o Don Michele?) si trova a fare i conti con le problematiche giovanili, alle quali non sembra trovare risposta, se non confrontandosi col passato; i genitori di oggi, da ragazzi, hanno vissuto le stesse esperienze che stanno vivendo i giovani? Cosa è cambiato negli ultimi trent’anni?

La tecnologia e la globalizzazione hanno sicuramente modificato il nostro modo di vivere, ma hanno stravolto anche gli atteggiamenti per affrontare i rapporti di amicizia, l’amore, i sogni nel cassetto, le prospettive lavorative?

Il nostro protagonista comincia, quindi, a ragionare a voce alta, e, per cercare di chiarire il presente, si fa trasportare dai ricordi, dalla musica e dalle atmosfere del passato…ma certo! La famosa saggezza derivante dall’esperienza può essere utile per districare la matassa, a chi quell’esperienza non l’ha fatta!

Oppure, semplicemente, questo mettersi a nudo, aiuterà a rompere una barriera generazionale tra genitori e figli…tra allenatori e allievi, tra docenti e discenti.

Lo spettacolo mette ordine in questo viaggio tra presente e passato, grazie alla forza trascinante della musica ed ai movimenti coreografici che sottolineano i passaggi temporali, assicurando due ore di puro e raffinato divertimento.

Info Acquisto:

Via Sistina 129, 00187 Roma

www.ilsistina.it

www.facebook.com/teatrosistinaroma

www.twitter.com/teatrosistina

Info e Prenotazioni: 06 4200711 – 392 8567896

prenotazioni@ilsistina.it

www.ticketone.it

www.ilsistina.it

www.facebook.com/teatrosistinaroma

www.twitter.com/teatrosistina

 

Prezzi Biglietti

Poltronissima €44,00

Poltrona e I Galleria €39,50

Seconda Galleria €34,00

Terza Galleria €27,50

 

Orario Spettacoli

Dal martedì al sabato ore 21.00

Domenica ore 17.00

Sabato 19 maggio ore 17.00 e ore 21.00

About Ilaria Faraoni

Giornalista, laureata in "Lettere Moderne - discipline dello spettacolo" alla Sapienza di Roma (vecchio ordinamento) con una tesi in "Storia del Teatro", ho studiato musica e chitarra classica per 10 anni con il Maestro Roberto Fabbri, sono istruttrice FITD di balli coreografici a squadre (coreographic team). Il mio interesse per l'arte è a 360°. Ho studiato fumetto diplomandomi alla "Scuola Internazionale di Comics". Tra le mie attività c'è anche la pittura: ho frequentato i corsi della Maestra Rosemaria Rizzo e ho tenuto diverse mostre personali (una delle quali interamente dedicata al mondo del musical) in sedi prestigiose; nel 2012 sono stata premiata a Palazzo Valentini (sede ufficiale della Provincia di Roma) con un Merit Award per la promozione dell'acquerello.
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