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L'EDITORIALE – DICEMBRE 2011

di Sabino Lenoci

MOMENTO ITALIANO

«Per concorrere allo sviluppo e alla crescita di questo Paese – ha sostenuto l’ex sottosegretario Gianni Letta –  tutti riconoscono che l’investimento principale, quello più importante si fa utilizzando un capitale che abbiamo solamente noi, beni culturali, un patrimonio unico al mondo che abbiamo in Italia».

Eureka!! Finalmente un’esternazione degna di rispetto, finalmente un’affermazione sensata che, tra l’altro, è una realtà da sempre se si parla del nostro Paese e, in verità, anche se tutti i politici se ne dimenticano spesso e volentieri, lo sanno benissimo e vi ricorrono all’occorrenza.

Noi che lo affermiamo da tempo, sia a parole che con il nostro lavoro, siamo più che contenti di questa affermazione ufficiale e visto il momento attuale del nuovo «governo tecnico» ci preme inviare una sorta di lettera aperta al nuovo Ministro dei Beni Culturali.

Gentile Dottor Lorenzo  Ornaghi,

mi rendo conto che da quando ha assunto l’incarico del Ministero dei Beni Culturali,  Le stanno arrivando parecchie lettere aperte da più parti, tipico segnale “ognuno curi il suo orticello” con l’esortazione a prendere in mano la situazione di ogni singolo settore per risolvere, a volte, guai che sono stati causati dagli stessi  scriventi!

Mi metto diligentemente in fila anch’io e, invece di pregarLa di risolvere i problemi dell’Editoria culturale, mi riferisco ai finanziamenti “a pioggia” dati dal Suo Ministero a pseudo “fogli-quotidiani”, giornalini di partito, comunicati (alcuni addirittura ciclostilati!! Come una volta!!) di false cooperative istituite da mogli, amanti, figli dei soliti “furbi” politici; per poi, di contro,  rifiutare gli aiuti a quelle riviste che la cultura la fanno davvero!! Ma non importa, andiamo oltre e interessiamoci del nostro settore, di quello che come sottolinea un suo collega “politico” è il patrimonio unico del nostro Paese.

Concentriamoci per un momento sulla branca musicale, poiché per il cinema e il teatro le problematiche da sviluppare sarebbero lunghissime ma, una cosa, in verità, accomuna le tre arti:  la complicata gestione dei finanziamenti che il Suo Ministero elargisce, in maniera, purtroppo, sempre più ridotta. Parliamo del famoso “FUS”, il fondo unitario per lo spettacolo.

Ci siamo occupati a lungo su queste stesse pagine dell’argomento, con interviste varie e non starò qui ad annoiarla con numeri e lamentele varie;  mi preme invece, attraverso questa specie di lettera-aperta, esortarla, appena passato il concitato momento del “cambio” gestionale,  e della risoluzione di problemi più urgenti, per risalire un po’ la china della credibilità verso l’Europa e il mondo intero, di porre un po’ di attenzione ai finanziamenti stanziati per la musica e la cosiddetta “lirica”.

Tralasciamo la questione della riduzione o dell’aumento ma soffermiamoci sulla “verifica”…  sì Caro Dr. Ornaghi (penso che dato il suo background intellettuale e professionale sappia esattamente di cosa sto parlando), sarebbe ora che il Ministero attui, quello che, comunque, sarebbe  sempre stato contemplato nelle passate giurisdizioni, una verifica su come vengono utilizzati i “Fondi”, sullo spreco, sulla mala gestione.

Sarebbe ora, e sono cosciente di fare un discorso “politicamente scorretto” e controcorrente rispetto al dettame sindacale, che si vada a fare ordine nei nostri teatri, con le maestranze in esubero (frutto di clientelismi e nepotismi ai tempi delle “vacche grasse”!). Si vada a verificare perché un Teatro che in tempi normali produceva 10/15 produzioni all’anno con una maestranza di 300/400 persone, oggi si trova a produrre 3/5 produzione con 600/800 persone. Di conseguenza notiamo uffici con il doppio o il triplo di addetti per realizzare un lavoro che può essere eseguito da metà personale.

Questo vuol dire creare disoccupazione? Ebbene sì, forse l’ideale sarebbe far mantenere queste persone da chi, in passato, li ha assunti  “allegramente”!

Ed ancora si verifichino  i “sostentamenti” nei confronti di  varie Istituzioni o Associazioni che presentano domande di finanziamento per festival, concerti o rassegne e che, una volta ottenuto il finanziamento,  realizzino  la metà di quanto dichiarato, intascando il denaro con disinvoltura.

Mi creda Dr. Ornaghi non sto parlando a vanvera, ma sulla base di esperienza e di fatti noti a cui non dò un nome, per evidenti motivi legali, ma sono pronto, qualora lei lo desiderasse a procurarLe tutte le informazioni del caso.

Ecco caro Dottore, le chiedo solo di essere più vigile e attento dei suoi “molti distratti” predecessori!E le auguro buon lavoro.

In fin dei conti il nostro malconcio Paese gode sempre, in fatto di Turismo e Cultura, della stima internazionale; ne è la prova dei sempre più numerosi turisti che vengono nel nostro Paese per assaporare le bellezze del nostro Territorio e della nostra Storia.

Viaggiando molto, noto con piacere, ad esempio in Brasile, in Giappone, in Cina, negli Stai Uniti, per citare solo i Paesi più lontani,  che il “Momento Italiano” è sempre molto richiesto!

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